domenica 10 dicembre 2017

DV Giochi City Tour : 9 dicembre 2017 - Torino

Lascio le bottiglie di Nero D'avola in macchina, non dovrebbero patire, visto che stamattina il termometro segnava -1°.
Lo spostamento di una settimana del DV Giochi Tour al Jolly Joker Caffè di Torino mi ha complicato un po' le cose. Ho detto complicato. Niente di ingestibile con un po' di prendi e sposta fra gli impegni del mio weekend, tipo le bottiglie per mio padre, il pranzo con F. da Skassapanza e il buono da Mediaworld per il compleanno di Tizio.
Mio padre ha un sacco di amici strani, altro che il Vikingo, Red e CanePazzo. C'è l'addetto che passa nell'androne del palazzo a svuotare la carta del progetto Cartesio, col quale si intrattiene per parlare di politica e al quale presta i libri di Renzo De Felice, e il signore che fa l'orologiaio con un tavolino pieghevole al mercato, che gli cambia la pila dell'orologio senza farlo pagare [a me ha anche aggiustato la maglia del cinturino, poi lui e mio padre sono andati insieme al bar].
Prima del Jolly Joker passo da supermercato per le bottiglie. La signora in coda davanti a me racconta delle sue coliche della sera prima alla cassiera, che ascolta e passa sul barrcode. Succede spesso. Dove faccio la spesa io le cassiere sanno ascoltare. Però si fottono i bollini delle padelle. Probabilmente a mo'di rimborso per l'orecchio offerto.
Uscendo dal supermercato scrivo a mio padre: "Prese 2 nero d'avola te le do stasera"
Mi risponde:"Me ne servirebbe una terza, che la signora che fa le pulizie nelle scale si separa"
Lascio le bottiglie in macchina, nel solito parcheggio segreto vicino al Jolly Joker.
RedBairon mi raggiunge 5 minuti dopo. Andrea Chiarvesio è già misteriosamente nel negozio, nonostante la serranda abbassata.

Entriamo.

Visto che siamo i primi, blocchiamo il tavolo con I Ragià del Gange, german per 2-4 giocatori di Inka e Markus Brand [autori, fra gli altri, di Exit e Village], il titolo più ciccio dell'evento itinerante organizzato dalla DVGiochi .
A spiegarcelo Marco Bisterzo, vecchia lenza del torinese, conoscitore di giochi da tavolo e frequentatore di maratone, balli di gruppo e sommelier di bagna caoda.
La prima cosa che occorre dire, su i Ragià del Gange, è che la plancia mette un po' di soggezione. Tantissime icone tutte diverse, illustrazioni fitte e spazi azione congestionati. Scoraggia un po', facendo temere un mattone di lunghissima digestione.
In realtà pur collocandosi nella categoria "per gamers", I Ragià del Gange non è così complicato, anzi gira piuttosto fluido, tanto che in un giro di tavolo già congediamo il Bisterzo e lo lasciamo andare a spiegare altrove.
Piazzamento lavoratori, gestione dadi e incastro tessere, su spazi azione che richiedono solo lavoratori, solo dadi o entrambi, in un sistema di punteggio tipo corsa. Attorno al tabellone, infatti, corrono come rotaie due percorsi, quello dei punti vittoria e quello delle monete, ma con punti di partenza opposti. A vincere il primo giocatore che riuscirà a far incontrare i propri segnalini sui tracciati.
Chiarvesio e Redbairon attaccano su entrambi i percorsi, io invece cerco di massimizzare tutto sulle monete.
Le tessere incastrate sulla plancia [vedi foto 2] consentono di ottenere bonus per percorsi completi, innescare combo fra le azioni, e costruire piccoli motori di punti e monete. Sottovaluto il tempo, e convinto di riuscire a riempire per intero la plancia, spendo tanto [troppo] per le tessere migliori.
Come ci aveva anticipato il dimostratore i Ragià del Gange parte lento e poi prende velocità, con grandi balzi e zompi su entrambi i percorsi.
La partita dura 90 minuti.
Vince infine Chiarvesio, con Redbairon col fiato sul collo a sole 2 monete di distanza. Io chiudo con 14 monete di gap, ma credo di non aver ottimizzato tutto quello che potevo ottimizzare, diluendo l'effetto di qualche azione [dal turno successivo avrei fatto 14 monete a botta, diciamo che ero indietro di un turno].
Un bel gioco tosto. Meno difficile di quanto si creda [non fatevi scoraggiare dalla plancia] meno fortunoso di quanto sembri [grazie a spazi azione dedicati ai risultati 1, 2 e 3] di piacevole giocata e senza grosse situazioni di paralisi d'analisi anche a fronte di tanta ricchezza di azioni.
Il miglior gioco provato nell'evento.
Ci spostiamo su Minute Realms, di Stefano Castelli.
Gioco di carte incentrato sulla costruzione edifici per 2-5 giocatori, per 30 minuti circa di partita, di taglio introduttivo.
Il gioco cerca di calcare le orme di 8 Minuti per un Impero, offrendo un'esperienza di gioco strategico zippato in pochi minuti.
Al tavolo siamo in 4.
Come funziona in breve.
Nel proprio turno ogni giocatore riceve una carta edificio. Poi il primo giocatore [il segnalino viene passato in senso orario ad ogni turno] sceglie se tenere la propria carta, scambiarla con uno degli altri giocatori, oppure scambiarla con la banca.
La carta edificio viene costruita, per attivarne gli effetti \ collezionare set \ punti vittoria, oppure rovesciata per ottenere due segnalini scudo che proteggono dagli attacchi degli Invasori [nel 4° e 8° turno]
Complice un po' di rumore di sottofondo nel locale e qualche incertezza nel regolamento da parte della dimostratrice, il gioco impiega un paio di turni per scorrere bene.
Minute Realms pur nella sua semplicità si rivela cattivo nell'esecuzione: spesso si scambia con l'avversario per togliergli punti di bocca o per segargli il set, o si spinge sull'attacco degli Invasori.
L'alea è abbastanza presente, nella distribuzione delle carte e nei segnalini Invasori.
Pur senza far breccia nel sottoscritto come fece 8 Minuti per un Impero, Minute Realms centra l'obiettivo dell'esperienza di gioco compressa.
Si rivela un filler discreto, economico nel prezzo, e ben illustrato.
Spero di provarlo con un po' più di calma.
Fra una partita e l'altra, trovo il tempo di passare da Chrys, e fare lo spettatore-troll mentre sta spiegando al tavolo il suo Origami.
Lo spettatore-troll è un mio grande classico con gli autori coinvolti nelle demo: mi avvicino mentre stanno spiegando il loro gioco e comincio a dire: "Comunque l'azione XYZ è troppo sgravata!!!" e "L'ultimo giocatore dovrebbe avere minimo un turno extra, dai, così è troppo penalizzato" per concludere con un "Comunque tolta l'ambientazione il gioco è un copiaincolla di TITOLOINVENTATO"
Ma Chrys mi conosce troppo bene per rispondere alle mie provocazioni, anzi ride, e mi ricorda che la prossima settimana dobbiamo cominciare insieme la campagna di Charterstone.

Origami.
Il gioco pesca nel mio formato preferito: economico, tascabile, sole carte [vedi post1, post2, post3].
Per 2-4 giocatori, per 30 minuti di durata, e 10€ di scontrino alla cassa, Origami si presenta come gioco da fine serata [o da inizio serata aspettando l'ultimo amico leggermente in ritardo]. Lo slot è quello della mezzora leggera, con amici la sera e colleghi d'ufficio in pausa pranzo, ma si fa giocare bene anche in famiglia, con figli di almeno 8 anni abituati a giocare.
Origami spiegato in 4 pieghe.
Ogni carta presenta un nome, un effetto, un valore in pieghe, un costo di trasformazione da carta a origami, un simbolo Famiglia, e il numero di punti vittoria.
Ad ogni turno i giocatori possono decidere una sola di queste azioni:
1- pescare carte
2- giocare un origami dalla mano [spendendo il numero di pieghe richiesto]
3- usare l'azione speciale di un origami
Gli origami creati vengono raccolti in due collezioni, sovrapponendo le carte. Le due collezioni devono avere lo stesso numero di origami, o al massimo una carta di differenza.
I due effetti visibili in cima alle collezioni, possono essere utilizzati dal giocatore che possiede la collezione.

Con cinque Famiglie [Cielo, Fattoria, Mare, Prato, Savana] e 18 animali per famiglia, il gioco punta ad una alta rigiocabilità e a tante sinergie diverse fra le carte. Vista la presenza di testo su tante carte, Origami potrebbe apparire a giocatori occasionali più complicato di quello che è [in famiglia raccomando comunque il "minimo 8 anni abituato a giocare"]. In realtà un volta innescato si gioca facilmente, dà soddisfazioni sul fine partita quando entrano le combo nei punti, e fa venire voglia di una seconda partita a seguire.
Origami, del quale avevo già letto bene su facebook dopo Lucca e Essen, risulterà a fine giornata il gioco più venduto durante la demo del DVGiochi Tour di Torino al Jolly Joker.

E non sono riuscito a provare altro. C'erano ancora Mario Level Up! e Happy Salmon, ma il nero d'avola mi aspettava in macchina.

Tornato alla macchina faceva un gran freddo, e avevo ancora tutta Torino da attraversare, da un lato e dall'altro, per recuperare il sabato pomeriggio al Jolly Joker.
Quando sono salito, sul sedile del passeggero, c'era la signora della colica del supermercato, dalla quale ero fuggito per noia, e che avevo creduto di vedere proprio al Jolly Joker che mi guardava male.
Stanco di fuggire ho chinato la testa, ma lei mi ha detto: "Sbagli, ti inganni, ti sbagli Dado \ io non ti guardavo con malignità \ era solamente uno sguardo stupito \ cosa ci facevi oggi al jolly joker \ io ti aspettavo a Samarcanda".
"Samarcanda?" ho chiesto

"Vai piano in macchina" mi ha detto. Poi è scesa.
E poi bon, sono ancora qui.

I Ragià del Gange e bottiglie di Nero d'Avola da Magic Merchant

3 commenti:

  1. Mo sembra che lo sto dicendo apposta.
    Volevo un tuo parere su "Mario Level Up!".
    Evvabhe, sarà per la prossima volta!

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  2. Bel giretto di giochi! Ma i RAGIA' quanto bastardo è? LO E'??
    ...Charterstone citato un po' per caso potrebbe essere il mio primo Legacy, perchè mi pare un gioco pensato bene (e non uno mediocre trasformato in Legacy solo per vendere, come quasi tutti gli altri)

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  3. Spettacolo la citazione finale!
    Tullaris

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