giovedì 18 gennaio 2018

Mi dica se le fa male

Siamo in macchina in direzione Chiarvesio, e io non ho dietro nessuna torta, nè vassoio di sfogliatelle per festeggiare la mezzanotte e i miei 44, nè io nè Redbairon, che intanto sdottora sulle differenze fra Pandemic Legacy e Chartertone dal sedile del passeggero, mentre la macchina divora la notte un boccone alla volta.

Negli ultimi tre giorni ho pensato soltanto alla spalla, e a dove trovare un fisioterapista, stregone, sciamano, chirurgo nazista, capace di riavvitarmela, e far cessare il fottuto dolore che mi dilania da 15 giorni, nonostante dosi di antidolorifici da dottor House. Non ho amici in campo medico, conosco solo inutili giocatori, così che la verità finalmente mi è chiara: quando il dolore sarà insopportabile conoscere il campione italiano di Ticket to Ride mi servirà come una supposta a un senzaculo.
Forse avrei dovuto aprire un blog diverso, quattro anni fa, La Sciatalgia Critica, e farmi qualche buon amico in grado di aiutarmi nell'inesorabile affondare nei dolori dell'età.
Non avevo ganci, dicevo.
Alla fine ho chiesto ad A. che vive per il calcio, che segue persino il campionato africano, che tiene le foto dei calciatori appese alla scrivania, e che finito il lavoro da impiegato allena una squadra amatoriale.
"Io quando uno dei miei ragazzi si strappa lo porto dal dottor..."
In verità non è un dottore ma un osteopata. Non so di preciso di cosa dovrebbe occuparsi un osteopata, ma A. vive per la sua squadra, e se ci porta i suoi da anni, probabilmente è uno che risolve.
Sono nel suo studio quello stesso pomeriggio. L'uomo ha la mia età, un camice azzurro e gli zoccoli. Mi fa sedere sul lettino.
"Fa male se tocco qui?"
"Latuamadreputta..."
"Okay, fa male"

A fine visita mi scuso per la lunga serie di insulti ai suoi cari.
"Si figuri" mi sorride. Poi mi chiede 70 euro, e mi dà appuntamento per la settimana successiva. 

Parcheggiamo davanti a uno dei peggiori bar di Caracas. La macchina di Viking arriva pochi minuti dopo, parcheggia dietro la nostra. Il gigante dinoccolato scende, scoraggiando un paio di guappi da bar che già ci avevano adocchiato.

Dieci minuti dopo siamo sullo zerbino di Andrea Chiarvesio. 
"A mezzanotte e mezza massimo vi caccio" ci avverte prima di farci entrare "A me ci vanno almeno 8 ore di sonno, con voi ne farò solo 7, ma devono essere 7, non una di meno".
"Non ti faremo far tardi" dico.
Ma certe cose non le puoi cambiare.

Casa di Andrea è come te la immagini quando sei un giocatore e lui un autore col nome sulla scatola. Libri dappertutto, fumetti d'autore autografati, giochi da tavolo, mazzi di carte in ogni angolo. Sulla mensola del bagno puoi trovare un piccolo mancala in ebano, un mazzo di tarocchi e un libro sulla crittografia al tempo degli etruschi.

Cominciamo con Raiders of the North Sea, che ho provato la scorsa estate con il clan dei pescaresi, e che mi è appena arrivato dai soci per il compleanno. Strappiamo il cellophane e defustelliamo in diretta. Redbairon si è studiato il pdf del regolamento in inglese. Io e Chiarvesio l'abbiamo già giocato. Viking fa il piangina che è l'unico a non saperne un mazzatubo.

Il turno è rapido: 10 secondi a testa, piazzi un trippolo e ne ritiri un altro, per un totale di due azioni a volta.

I materiali sono ottimi: la scatola del gioco è piccola, il tabellone parlante, le risorse sono in legno, le monete in metallo, pochi token in cartone.
Le illustrazioni dei vichinghi sulle carte sono di rara bellezza, sembrano tratte da un film della Pixar.

Il gioco prevede anche l'uso di due dadi, ma si tratta di bonus punti, che non dà fastidio, ed è anche parzialmente controllabile lavorando sul tracciato militare.

Il gioco è dipendente dalla lingua per via delle carte. Testo ce n'è poco, vedi foto, ma se non parlate una sola parola di inglese potrebbe essere un problema.
Come ho scritto la volta scorsa, sarebbe bello che qualche editore italiano lo mettesse a catalogo.

L'interazione è indiretta sul tabellone e diretta sulle carte. Usare al meglio le carte fa la differenza fra vincere e perdere.

Difetti? Una certa ripetitività nel raccogli da una parte per spendere dall'altra, tipica in questo tipo di giochi.

La partita in quattro giocatori dura un'ora e mezza, e si conclude con la vittoria del Vikingo.
Ci attestiamo tutti fra 28 e i 35 punti.

Finiamo che manca poco alla mezzanotte.
Butto l'esca. In gergo: pasturo.
"Troppo tardi per un bel Clank! ?" chiedo

Chiarvesio esita, vacilla, tentenna, combattuto fra le 7 ore di sonno e la passione del gioco, come potrei esitare io, a infilare il braccio dolorante nella scollatura calda di una donna.
"Va bene" decide alla fine "Ma giocata sportiva, eh ragazzi, senza pensarci troppo".
Lo scorpione punge la rana mentre sta attraversando il fiume.
E' la sua natura.


Mentre loro apparecchiano labirinto e drago, io vado in bagno.
Metto la palla da tennis sul pavimento.
E mi ci sdraio sopra, fra spina dorsale e scapola destra. Uno degli esercizi suggeriti dall'osteopata.
Il dolore arriva come una coltellata in un vecchio film di Dario Argento, quando non faceva ancora recitare la figlia, e il cinema horror italiano aveva una certa dignità.
Conto i secondi. Uno, due, tre, quattro... Il dolore diventa un liquido caldo. Sento una debole scarica che mi corre in mezzo al braccio. Chiudo gli occhi. Penso: sono sdraiato nel bagno di Andrea Chiarvesio e sto per morire. Troveranno il mio cadavere e l'autore di Kingsburg dovrà spiegare alla scientifica perchè sono crepato nel suo bagno a mezzanotte con una pallina da tennis ficcata nella schiena.
Va un po' meglio.
Torno dagli altri.
Cominciamo Clank!

Una discesa di ladri nel labirinto del Drago per 2-4 giocatori, di Paul Dennen, edito da Raven Distribution, per 30-60 minuti, gioco che ha fatto un gran parlare di sè qualche mese fa.
Clank! mi ha incuriosito sin dall'uscita, mi ero ripromesso se non di comprarlo a scatola chiusa almeno di provarlo a scrocco da qualche amico, ma sono stato lento a cavalcar l'onda, e come accade 9 volte su 10 con i giochi da tavolo, sono arrivati altri 993383 giovani titoli, e Clank! è finito seduto in panchina, fra le mie riserve, fra quelli: "Sì, un giorno, magari....".
Finchè un giovedì che molte cose erano andate storte, l'ho visto piantato sulla rastrelliera, e me lo sono comprato per aggiustarmi la giornata, perchè io sono un anima semplice: un gioco da tavolo o un pizzicotto a mia moglie mentre sale le scale, e il cielo mi sembra un po' meno grigio.

Disclaimer sul deckbuilding.
Contrariamente ad altri blogger e vlogger, io non sono un gran amante di questa meccanica, anzi spesso il ripetitivo rimescolare mi fa sbadigliare in maniera selvaggia, specialmente se non vedo il gioco sotto ma soltanto la meccanica nuda e cruda.
Per dire: amo Star Realms ma lo preferisco su Ipad, che mescola al posto mio.

Il tavolo con Viking, Redbairon e Chiarvesio, quindi, è un foglio bianco da scrivere: ho sentito un gran bene di Clank! ma non amo il deckbuilding, la compagnia è ottima ma il male al braccio mi fa vedere sorci rossi [che è il terzo stadio dopo quelli verdi e quelli gialli].

Scopo del gioco: scendere nel labirinto del drago ed arraffare tesori il più velocemente possibile, perchè il drago ha il sonno leggero come le guardie del Mossad ed altrettante belle maniere.

Facciamo rumore, qualsiasi cosa facciamo, compreso respirare, e la grande bestia squamata ci ha fiutato, come uno squalo una goccia di sangue nell'oceano, ed ha cominciato a risalire i tunnel, e non per darci un buffetto.

Dobbiamo fare presto ma i cunicoli sono stretti e sorvegliati dai goblin, e costruire un motore di carte efficiente e situazionale tutt'altro che semplice.

Pausa di mezzanotte!
Auguri Dado! Quanti sono quarantaquattro? Mizzeca sei più bianco che nero sulla barba.
Ma non ce l'abbiamo uno spumante del lidl, pure un asti tosti? A tre isolati c'è quel bar malfamato, possiamo scendere e brindare, ce l'avranno una bottiglia di Cynar del 1986. Magari arriva pure la narcotici a farti gli auguri, Dado, hai visto il tizio che fumava sullo scalino del bar, sembrava uno del cartello di Cali di Narcos.
Boh, giochiamo, dai.
00.02
Fine dei festeggiamenti.

A tradire il gruppo proprio Chiarvesio, che annuncia: "Ho preso abbastanza, io esco" e corre via.
Vigliacco. Quasi quasi torno in bagno e gli fotto il balsamo all'avocado e il libro sugli etruschi.

CLANK! Onomatopea del terrore.
Parte il countdown, le carte in mano non bastano, i goblin cominciano a gridare nei tunnel, il drago pianta le zampe e risale dall'inferno, le torce si spengono per il gran frullar d'ali, e cresce la paura di non farcela.
A spuntarla, a sorpresa, l'uomo con un braccio di legno e un blog sbagliato, che raggiunge Chiarvesio all'uscita del dungeon.
Il drago raggiunge Red, che non fa tempo a dire nulla, neanche a criticare il gioco [perchè non è agricola nè puerto rico e quindi meriterebbe la gogna a prescindere]. La prima artigliata lo sventra, la seconda lo sgozza, la terza solo per infierire sulla carne trita. Muore perdendo il diritto a reclamare i tesori.
Il drago si mette in coda al Vikingo che corre con la cayenna al culo, e mentre corre arraffa pure tesori al volo.
"Forza Vikingo, manca poco!!!" gli grido.
Il drago gli affetta centimetri d'aria proprio dietro la nuca. Resisti Vik, manca poco, manca po...
La zampata lo decapita. Ma è oltre la linea buona. Gareggia ai punti. Anzi vince proprio il Vikingo.
Al secondo posto Braccio di Legno 44.
Gran bel peso medio, Clank!, che fa del deckbuilding un motore funzionale, vario, divertente. Perfetta la durata, con 90 minuti adeguati per 4 giocatori, belle le illustrazioni delle carte e bello il tabellone con doppio livello.
Ben articolato il labirinto, in modo da costringere i giocatori a comprare movimenti, chiavi, punti forza, ferite prendi e porta a casa. Il livello di difficoltà, inteso di sopravvivenza nel dungeon, non mi è sembrato eccessivo, detto naturalmente che gli oggetti migliori stanno ai piani bassi, ma più scendi in profondità più sarà lunga la risalita. Interessantissimo il trick del primo giocatore che innesca il countdown, così che devi sempre tener d'occhio chi sta indietro sul percorso.
Nota: il gioco è dipendente dalla lingua per via le carte, che sono una marea, consigliata la versione italiana. Una certa inevitabile dose di alea.

Bella sorpresa Clank!, avevo mezzo pensato di venderlo al Vikingo e invece me lo tengo [glielo sto facendo sapere con questo post].

Chiarvesio ci sbatte fuori di casa all'1.30, e attraverso la porta lo sento lamentarsi che tanto lo sapeva come sarebbe finita...
Prima di tornare a casa ci fermiamo alla roulotte dei panini.
Offro un panino fottifegato ai soci.
Cazzeggiamo ancora un'oretta.

Sono a casa.
Due bei pesi medi, stasera, gran bella serata, rifletto.
Prima di andare a dormire mi sdraio di nuovo sulla pallina da tennis, in bagno. Poi butto giù un antidolorifico e tre integratori alimentari a base di artiglio del diavolo [sulla scatola: DOLOR STOP], e mi spalmo la spalla col Voltaren.
Mi infilo sotto il piumone.
Mi stringo il braccio nel buio.
Male cane...

Antidolorifici e Clank! su Magic Merchant

16 commenti:

  1. Dai che il gioco in scatola funziona anche come anti dolorifico

    RispondiElimina
  2. Ci stai dicendo che il Vikingo ha vinto ad un gioco coi vichinghi?

    RispondiElimina
  3. Come ti capisco... Anche io ho lo stesso problema alla spalla. Urghhh

    RispondiElimina
  4. Come al solito, bell'articolo... utile come la supposta al senzaculo, non riesco nemmeno a pensarla :-)
    PS e lasciate dormire Andrea, altrimenti col sonno, i giochi gli vengono male :-) :-) ;-)

    RispondiElimina
  5. "Troveranno il mio cadavere e l'autore di Kingsburg dovrà spiegare alla scientifica perchè sono crepato nel suo bagno a mezzanotte con una pallina da tennis ficcata nella schiena."


    Devi scriverci un articolo.

    RispondiElimina
  6. ...ma alla fine si è capito cos'hai??

    RispondiElimina
  7. Se ti dicono di fare le onde d'urto...tieniti le calcificazioni;_;

    RispondiElimina
  8. Le piccole calcificazioni favoriscono la tendinite. Strega la ciccia sulla pietra e vedrai come si scalda. Metti un meeple sulla casella delle onde d'urto e ottieni due pietre spapppolate che vai a togliere dalla spalla e ci costruisci pure un edificio

    RispondiElimina
  9. "Lo scorpione punge la rana mentre sta attraversando il fiume.
    E' la sua natura."
    Spettacolo!!

    RispondiElimina