sabato 19 agosto 2017

Un'offerta che non si può rifiutare! [IL PADRINO]


Un giorno, e non arrivi mai quel giorno, ti chiederò di ricambiarmi il servizio, fino ad allora consideralo un regalo per le nozze di mia figlia. (Don Vito Corleone)

Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla rosa rossa che adornava l’occhiello della sua giacca nera. I suoi occhi erano fissi su quei petali setosi, rosso sangue, sangue come quello che stava usando per firmare invisibilmente un accordo con uno strozzino, uno sfruttatore, un criminale, un assassino. Ma quei soldi gli servivano, per avviare la sua attività di facciata, doveva spingere la droga nel retrobottega con i suoi picciotti e i controlli della polizia aggiunti agli ostacoli del sindaco (quella banderuola) gli erano troppo di intralcio. I Corleone del resto erano il massimo che si potesse chiedere per una protezione con tutti gli extra, facevano tutto loro, mentre i Sollozzo erano degli incompetenti, capaci solo di arronzare scuse, accampare storie che non stavano in piedi neanche con i fili di Mangiafuoco. Aveva già sondato il terreno, sarebbe potuto andare dai Barrese ma nel giro di un mese sarebbe finito in un obitorio, “sono degli ammazzacapre, dei macellai, galli da combattimento sempre pronti ad uccidersi l’un l’altro come squali” si ripeteva Gianni. prossimo.

A' pistola lasciala... Pigliami i cannoli. (Pete Clemenza)

La riunione di Famigghia è fissata per le 20:00. Roma è deserta come il Sahara, è calda uguale! Prendo refrigerio in ufficio fino alle 19:30 poi approfittando di un lieve abbassamento delle temperature vado dal siciliano all’angolo, prendo due arancini e un pasticcio di cipolla e parto verso il covo di Cissinho. Regina di Token e fuori con le bambine, ci aspetta una serata che non potremo dimenticare.
ValeC ci raggiunge venti minuti dopo, sotto il braccio porta la scatola, sul coperchio c’è disegnato il Don, lui, IL PADRINO:  l’impero dei Corleone.
The Godfather di Francis Ford Coppola grazie soprattutto a Marlon Brando e ad Al Pacino (poi Robert De Niro nel secondo capitolo) è uno dei miei film preferiti nonché dalle più grande istituzioni di critica della pellicola è riconosciuto come IL FILM PIÙ BELLO DI TUTTI I TEMPI; sarà per quell’atmosfera di una New York anni 50 perfettamente ricostruita, sarà per il tema così maledettamente criminale, violento e attraente ma quando c’è da avere a che fare col Padrino scatta qualcosa dentro, ti avvolge quell’aura, nella testa risuona la melodia  di Nino Rota e…. è fatta! SEI STREGATO!

Così quando ValeC mette la Gigoscatola sul tavolo tutti e tre in rigoroso silenzio ammiriamo l’immagine di Vito Corleone nella sua seduta sulla celebre poltrona, con la bocca rigonfia grazie alla geniale pensata di Marlon Brando di riempirla di ovatta…. È troppa l’eleganza di quell’immagine per riuscire a tenere lo sguardo, allora partiamo ad osservare di qua e di la sui dettagli e le scritte: Eric M.Lang, l’autore di Old World, Blood Rage e The Others!!!! Karl Kopinski è la mano che ha riportato in auge la bellezza grafica del film immortale. Cool Mini Or Not l’editore esperto nella realizzazione delle miniature più belle del settore. Asmodee Italia la casa Editrice che l’ha tradotto per il nostro popolo (qui su Playbazar.it).
Si tratta di un gioco per 2-5 giocatori che scorrazzano con la loro famigghia di picciotti  e galoppini per le vie della grande mela degli anni 50. Dal suo trono il Don Vito Corleone propone dei lavoretti per completare i quali le famiglie dovranno intraprendere attività di facciata o clandestine, avvalendosi dell’aiuto di alcuni alleati corrotti, crivellando di colpi qualche boss nemico di qua e di la… insomma, si tira a campare tra il pizzo, qualche batta da cento, piombo e bella vita.
Ognuno ha la sua cassetta di sicurezza, uno stupendo cofanetto in lamiera a forma di valigetta nel quale stipare le carte-denaro plastificate e resistenti. Per arrivare al quarto atto con il malloppo più ricco, al proprio turno ogni giocatore decide se piazzare una delle miniature della sua squadra su uno degli spazi sul tabellone che possono accoglierlo: i picciotti vanno dai commercianti nel quartiere a riscuotere per le attività di facciata, i boss si mettono tra i quartieri a camminare e a impartire ordini ottenendo i benefici della zona per le attività malavitose. Ma i lavoretti di Don Vito spesso comportano un ripulisti, la consegna di qualche cannolo extra e così finisce che dopo una sventagliata di Thompson qualche mafioncello in erba te lo ritrovi a fare da pastura ai pesci del fiume Hudson (il cimitero che accoglie le miniature per ogni turno).

A fine turno, cioè quando un giocatore non ha più carte da attivare (completando missioni-lavoro) oppure non ha più miniature (obbligatorio averne almeno una in riserva per poter giocare carte) allora passa e aspetta che tutti completino le loro azioni. Sulla track delle fasi di turno un segnalino macchina avanza per chiarire cosa fare (una di quelle cose semplici ma di una efficacia pazzesca che mancano nei grandi classici come Funkenshlag e molti altri). Qui i dettagli sono totali, dalla cura dell’artwork delle miniature fino alle virgole nel regolamento, PERFETTO!
Si calcolano le maggioranze per il predominio sui distretti di New York, si piazza il segnalino controllo che permetterà nelle successive fasi di azione/piazzamento di ricevere benefici dalle azioni degli altri che operano nelle attività commerciali del tuo quartiere (“ODDIO CHE GODURIA!!!”). Si passa quindi ad un’asta al buio per ingaggiare gli alleati che di atto in atto diventano sempre più potenti, alcuni dei quali hanno delle miniature neutrali che si piazzano sul tabellone e creano scompiglio.

Infine si scartano le carte dalla propria mano fino ad averne un numero massimo indicato nell’indicatore dell’atto in corso (contrassegnato con la miniatura di Don Vito Corleone).
Quindi in un concentrato di interazione indiretta conseguenza del piazzamento lavoratori e grazie al completamento di missioni ottenute con la gestione di una mano di carte, si arriva alla parte di interazione diretta con ammazzatine gratuite orientate ad ottenere le maggioranze dei quartieri e beneficiare del lavoro altrui nei turni successivi.
Nel conteggio finale, per la vittoria varranno sia i soldi, riciclati, puliti ma sempre lordi del sangue versato per guadagnarli ai quali però si aggiungeranno 5 banconote per chi avrà ottenuto la maggioranza delle missioni per ciascun colore e per chi controllerà un quartiere.
Perché un uomo che sta troppo poco con la famiglia non sarà mai un vero uomo. (Don Vito Corleone)
TUTTI GIU’ NELL’HUDSON
Alessandro e Miriana arrivano con due ore di ritardo sul programma. “Casini a lavoro, stiamo arrivando” scrivono sulla chat creata una settimana prima per organizzarci. Le nostre risposte sono abbastanza minatorie, io mando l’immagine di due picciotti nel fiume Hudson giusto per far capire che non possono sperare di farla franca.
Ne approfittiamo per il setup e per farci fare una prima spiegazione ma ValeC è talmente bravo che in 15 minuti ci è già tutto chiaro…. Forse il merito non è solo il suo, anche lo zampino di Lang fa la differenza: le cose da memorizzare sono pochissime, i concetti chiave sono semplici e immediati, la grafica sul tabellone e sugli altri componenti aiuta perfettamente ad inserire ogni dettaglio nel posto giusto così i giocatori sono teletrasportati immediatamente nei vicoli di New York con giacca e doppio petto gonfio di pistolone e proiettili.
Il truschino per l’assegnazione randomica del primo di turno sceglie me che con il giallo guido la famiglia di Don Marzullo; guardo la mia mano iniziale di 5 carte dove oltre alle 3 carte dollari da 3, 2 e 1 ho anche due lavoretti per testare le mie capacità … GESTIONALI.
Butto uno sguardo al tabellone dove sono state piazzate tessere attività in fase di setup a Wall  Street a Brooklyn e nel quartiere Upper East Side. Mi sembra di capire che c’è modo di tirare su un po’ di denaro sporco da ripulire vicino al ponte delle gomme americane quindi mi dirigo lì con un picciotto piazzando la statuetta con basetta quadrata nell’apposito spazio tessera e prendo dalla riserva comune una carta verde col disegno dei dollari insanguinati (“CHE FINEZZA!” penso).
Al suo turno ValeC, con i viola di Don Carlo Caccamo (l’elegantone!) piazza il suo Don tra Broolyn e WallStreet e inizia a fare affari Clandestini per i vicoli dei due quartieri: prende due carta soldi sporchi dalle due differenti attività nel quartiere, una carta lavoro dal mazzo comune e infila una banconota dalla sua mano nella sua valigetta. Con una mossa ha ottimizzato un sacco, arricchendo la sua mano di carte utili a completare qualche lavoretto nel suo turno successivo, mettendo al sicuro banconote… si vede già l’esperienza di tre partite sulle spalle.
Cissinho ha avuto modo di vedere le prime mosse, ha già metabolizzato i concetti, ha nella testa tutto chiaro come le finestre col vetril, piazza il suo Don Gianni Vitale (rosso) tra Broolyn e Queens e replica esattamente le stesse entrate di ValeC. Già è in scia con il mirino locked sul bersaglio e il dito pronto sul grilletto lo zì ‘ninho!
Miriana invece con la sua prima mossa traccia già una linea retta sulla sua partita: SPREMUTA-DE-SANQUEEEEEE. Prende uno dei suoi picciotti verdi della famiglia di Tommaso Pizzino (i verdi) e lo manda in un locale di Midtown a prendere un mitra, “donna armata, strage annunciata!”.
Chiude il primo giro il buon AleFriend che con gli azzurri piazza il suo Don Leoluca Matarrazzo (che fa rima con “me stai proprio surcaxxxxxx”) tra Central Park, Upper East e West Side controllando una zona ampia di quartiere che gli permette di riscuotere denaro, infilare nella cassetta due carte banconota e prendere una carta bottiglia (“spacco bottilia ammazzo familia”… un mantra durante la partita come le mie canticchiate della colonna sonora del film).
Il dado è tratto, la prima mossa è andata, il giro ricomincia da me che posso nuovamente piazzare una seconda statuina o invece attivare una carta lavoro (dalla mano o dal tabellone). Il gioco è tutto qui, semplicissimo nelle regole… ma ora parte il divertimento!
‘Tu, Mike, domani ti prendi un paio di ragazzi e vai a casa di Luca, e resta li finché non si fa vivo...’ – Sonny Corleone
Con i miei scagnozzi vado per quartieri a tirare il collo dei piccoli lavoratori locali che fanno finta di non capire come gira la giostra: “in questa città comandiamo noi Marzullo, e non essere amici nostri significa essere nostri nemici. Senza la nostra protezione si rischia di farsi male ed è un attimo che si finisce sotto la ruota di una macchina o con un paio di scarpe di cemento giù a fare snorkeling nell’Hudson”. Il mio Don Marzullo manda i picciotti a spaccare qualche testa, niente di estremamente pittoresco, che non alzi polveroni e attiri l’attenzione della polizia.

Carlo Caccamo Valec se ne sta comodo nella sua poltrona di Brooklyn a lambiccarsi il cervellone e fa in modo di ripulire denaro per gonfiare la sua cassetta di sicurezza mandando galoppini a destra e sinistra.
Don Cissinho Vitale invece si espande sul territorio per intrecciare tra i suoi fili da burattinaio le sorti di mezza New York come un ragno tessitore incrociato con una tarantola marmorata.
Miriana invece, si immedesima un pizzico troppo nei ricchi panni di Chiara Pizzino e già dal primo atto getta le basi col marito Tommaso per farcire di piombo la schiena dei nemici come fossero tacchini ripieni.
Alessandro-Leoluca-Matarrazzo-Do(n)-Nascimento invece studia gli avversari celandosi nel buio, raccatta bottiglie come fosse un camion della differenziata-vetro e come RockerDuck intasca bigliettoni sporchi che gli serve l’elastico per tenere chiusa la sua valigetta di lamiera.
‘Le altre famiglie non resteranno a guardare in caso di guerra!’ – Tom Hagen
Nella fase di guerre territoriali Cissinho, il serpente a sonagli, si intasca tre territori piazzando il suo indicatore controllo negli appositi spazi, quello gli garantirà di copiare l’attività di Facciata appena eseguita da un avversario nel suo territorio. È già da qui che si comincia a guadagnare terreno e prestigio e in questo Cissinho è un vero Don-Bastardo. Nelle fasi successive è fantastico il colpo d’occhio di come i tentacoli delle famiglie si intreccino sui vari quartieri per averne il controllo totale e impossessarsi di New York. La piletta di tasselli controllo con i colori che si alternano è fondamentale per capire chi prenderà benefici extra e chi intascherà altri dollari alla fine.
In base al totale di miniature all’interno o al confine di un quartiere si decreta chi detiene la maggioranza nell’atto in corso. In caso di parità non si piazza nessun tassello controllo altrimenti è fatta, per l’atto successivo si riscuoteranno pizzi e benefici vari derivanti dalle attività di Facciata attivate dalle miniature avversarie.
Cissinho prende il controllo di Brooklyn, Queens e Upper WestSide, io sto a Chelsea come Bill Clinton mentre Alex grugnisce a brutto muso a Cis dalla parte Est dello stesso quartiere.
 ‘Sono l“avvocato della famiglia Corleone. Questi uomini sono detective privati assunti per proteggere Vito  Corleone. Hanno un regolare porto d“armi. Se lei interferisce, dovrà presentarsi davanti al giudice e rispondere di questa accusa.‘ – Tom Hagen
Verso il finale del primo atto arriviamo ad una delle fasi più importanti per gli sviluppi della propria strategia familiare: gli amici, gli alleati che nel quartiere ti aiutano a manovrare i tuoi loschi traffici. Io punto gli occhi subito sul Sindaco a cui è associata anche una delle tre miniature extra. Si comporta come un Don quindi con la sua basetta rotonda si può piazzare tra i confini di quartiere e permette di riscuotere i benefici delle attività clandestine. Inoltre ai fini delle maggioranze conta come una unità “neutrale” che se in parità con un nemico gli toglie il privilegio di controllare la zona. Quindi può essere un ottima arma a doppio taglio da piantare nella schiena di qualche famiglia che mi ha fatto brutti sgarri. Dalla mia cassetta di sicurezza prendo sei dollari, tanta roba per essere la prima asta al buio ma potrebbe dimostrarsi un ottimo volano per gli affari.
Quando passiamo allo showdown gli altri hanno puntato 1, 2 o massimo tre dollari… Fa eccezione braccino-corto-Cissinho che punta zero e non prende nessun alleato (ce ne sono sempre il numero di giocatori meno uno).
‘Tu non offri amicizia. Non ti sogni nemmeno di chiamarmi Padrino. Invece ti presenti a casa mia il giorno che si marita mia figlia e mi vieni a chiedere un omicidio, a pagamento.’ – Vito Corleone
 
A questo punto, arruolati alleati o arrotolate le maniche dei braccini corti, passiamo al tributo al Don la fase in cui si scartano carte dalla mano fino ad averne un numero massimo indicato sul tabellone nel promemoria dell’Atto in corso (5 per i primi due turni, 6 nel terzo e 2 nell’ultimo dove si possono però infilare dollari scartati nella valigetta).

Il secondo atto inizia a schiarire gli ultimi dubbi residui: i picciotti li mandi in giro a fare riscossione, i don li fai passeggiare tra gli incroci strategici delle vie per controllare che le attività illecite vadano secondo quanto pattuito. Puoi iniziare a tessere le fila del tuo spettacolo di marionette, obbligare il quartiere a prendere ordini dalla tua famiglia, fare lavoretti per Don Vito Corleone ma nello stesso tempo alzare qualche dollaro anche con lavoretti extra per tuo solo tornaconto. Certo bisogna delimitare il territorio come cani Alfa con gli alberi al parco e se qualcuno proprio non vuole capirla allora una bella raffica di mitraglia e pace è presto fatta. Le pulizie etniche, le rappresaglie, le autobomba che seminano il panico tra le vie della Grande Mela sono un modo per riottenere la maggioranza e quindi il controllo sulle azioni degli altri nel proprio quartiere.
Inoltre nelle fila delle famiglie si unisce un nuovo membro che viene a dare manforte al business della casa. Tra i ranghi dei miei Marzullo arriva Salvo il consigliere, saprà darmi la giusta chiave di lettura su come contenere lo strapotere dei Vitale.
A casa Caccamo arriva Eric Coleman che brandisce una solida mazza da baseball firmate Yankeese.
Donna Sofia citofona nella tenuta Vitale, non può stare lontana dal suo Gianni e i suoi lombi.
Il Macellaio invece è il portavoce di casa Pizzino, un energumeno con in mano sempre la sua mannaia, per fare spezzatino di picciotti altrui.
James Spider O’Reilley invece si aggiunge ai Matarazzo di Alessandro per completare il team del secondo Atto.
Si ricomincia.
L’AMMAZZATINA DI MEZZANOTTE
Salvo: “Minghia Don Marzullo, aggiu sentitu che in questi ways of Wall Street ci sono a lot of picciotti che ci stannu scassandu i cucumberi”.
Don Marzullo:  “Che t’aggiu a diciri beddu, chisti figghi de bottana hannu a capiri chi comanda, quindi stasera pigghi five or six son of a bitch e gli fai ballare la terra sotto le feet, o capiss?”

Nello stesso momento in qualche scantinato non troppo lontano:

Leoluca Matarrazzo: “Aheee ce ne hai messi di tempo per smuovere quel tuo culo di marmo James!”.
James Spider O’Reilley: “Ho dovuto sistemare i soliti casini che fanno i tuoi ragazzi da quattro soldi… ai nostri tempi Leo c’era tutta un’altra scuola, la vecchia scuola e niente è come la vecchia scuola. Comunque per l’ammazzatina di questa notte è tutto ready. Kiddi piece of shit li facciamu cumu li cacati delli Pellican!”

Dall’altra parte della città si preparano anche i gruppi più radicali

Carlo Caccamo: “Eric unni sì? Aggiu a finiri questo business, dove minghiaaa siiiii?” grida al telefono fracassando la cornetta al muro
Eric Coleman: “Ahee capo, stavu a finiri di lucidari la mazza per spaccare qualche testa come si deve!”

Ma la città è piena di gangstar pronti a fare fuochi d’artificio.

Gianni Vitale: “Sofiaaa, non mi aspittari sveglia questa night, e dai un bacio ai picciottelli da parte mia. Pay attention and take Care.”
Sofia Vitale lo bacia mozzandogli il fiato.

Ma chi veramente striscia nel buio insieme alle ombre di New York è lei, la vedova nera Chiara Pizzino che aizzati a modo il suo Tommaso e l’amico Macellaio conta solo i minuti per diventare letteralmente vedova e ricca-straricca.

Chiara Pizzino: “Rendimi orgoliosa di te Cute-Boss!” le dice lei incantandolo come un cobra.
Tommaso Pizzino: “Don’t Worry amore miu, da domani sarai la donna più ricca de Neve York” e con un cenno chiama il suo consigliere in uniforme da mattanza e chiudono la porta.
Come Giuliano Sangiorgi… tutto può succedere!

SIPARIO
Dalle 23:00 alle 24:15 ce le diamo di santa ragione.
I miei Marzullo provano a contenere lo strapotere dei  Vitale di Cissinho che continua a vincere maggioranze come Rainman al Black Jack.
Miriana riposseduta dalla miniatura di Chiara Pizzino fa maciullare chiunque le intralci una zona di piazzamento e le mitragliate dal finestrino dei suoi picciotti resteranno nella lista delle efferatezze più truculente della serata. Poi come se non bastasse si prende anche la carta del poliziotto e chi si è visto si è visto, pulizia etnica tipo Auschwitz dove invece delle docce c’è un bagno freddo nelle spume dell’Hudson.
ValeC con Caccamo e Coleman prova a tenere botta insaccando dollari nella valigetta appena può, intrallazza con i sindacalisti e qualche sicario per farsi largo nella mischia ma Alessandro-Leoluca-Matarazzo lo mazzola come può chiuso tra un vicolo e l’altro dalle bande rivali.
Sul finale i ribaltoni si susseguono, il gioco sembra perdere di strategicità passando ad un lato profondamente rosso ma che in qualche modo porta ad un epilogo del quarto atto con l’apoteosi di quanto architettato inizialmente.
Vince, anzi STRAVINCE Cissinho con 99$ contro i 59$ miei come secondo piazzato e 48$ di Alessandro in ultimo gradino del podio. La strategia belligerante di Chiara Pizzino aka Mariana forse non porta a molto se non ad intralciare i piani delle bande sbagliate. ValeC si lecca le ferite per un doppio furto consecutivo da parte dei Pizzino e dei Matarazzo che gli tolgono dal baule almeno una quindicina di banconote pulite come il primo pigiamino di un neonato.
CONSIDERAZIONI
Il gioco mi è piaciuto molto, è piaciuto molto a tutti e per essere quasi un tavolo di filo-german-incalliti non avrei mai detto.
La veste così american e la grafica così maledettamente seduttiva potrebbero indurre a credere che non sia un german ma invece è proprio questo un tedescone dal pelo tosato e messo in piega dove tante meccaniche ormai note si sposano perfettamente fondendosi con un’ambientazione sentitissima e perfettamente resa. Dal piazzamento lavoratori e relativa interazione indiretta, alle aste al buio per l’ingaggio di nuovi personaggi chiave, all’interazione diretta per padroneggiare le maggioranze fino a chiudere con la gestione della mano di carte snella e semplice che permette di sviluppare piccoli sottobiettivi tattici in attesa di accaparrarsi benefici futuri.

Certo lo sbilanciamento è più sulla tattica che sulla strategia e il rischio di veder sfumare il controllo di una zona per via di una autobomba messa lì da qualcuno che rema contro può far storcere i nasi dei crucci più fighetti. Però è anche vero che i lavoretti di Corleone sono scoperti e che le carte per innescare i lavoretti segreti le vedono tutti quindi per chi vuole mettersi alla prova in termini di memorizzazione combinatoria ce n’è a volontà: “Matarazzo sta spingendo molto su attività di facciata che gli danno fucili come merci illegali, ne ha già presi tre, c’è il rischio di una raffica, ma ha già piazzato tutte le miniature, se ne parla per il turno successivo, quindi nel frattempo la maggioranza nel Queens me la prendo”.
Queste sono le pensate tipiche di una fase del proprio turno o di quello avversario. Il downtime è ridottissimo, si guarda cosa fanno e pescano gli altri, dove piazzano, come sono messe le colonnine che indicano il controllo dei territori e poi in base alle proprie carte ci si muove.
Le opzioni di “variazione dei piani” nel caso in cui qualcuno ci abbia messo i bastoni tra le ruote sono molteplici a cominciare dalle carte obiettivo di Corleone che si possono attivare direttamente quando si ha il set di carte indicato piuttosto che rispondendo con un attacco diretto o piuttosto aspettando nell’ombra che altre schermaglie tra clan riaprano qualche strada per un traffico illecito precedentemente bloccato.

In definitiva quindi non si ha la sensazione di mettere i piedi sul cemento né di metterli sulle sabbie mobili ma potendo manovrare tra confetti di piombo e scarpe di calcestruzzo l’idea è che il gioco piacerà sicuramente a chi non vuole il controllo totale ma apprezza anche quel brivido di imprevedibilità che sposa però un’ambientazione SUPERBA!
In generale un finale dove un giocatore ostacolato riesce a chiudere 40 punti sopra gli altri la dice lunga sulla possibilità di gestire un gioco in modo strategico, sembra di essere di fronte all’erede di Michael Corleone con le dita annodate a fili invisibili che si intrecciano intorno le attività e i traffici di tutta una città che vive, si espande e cresce ma sempre orchestrata dal suo padrino burattinaio.
Gianni Vitale tornò a casa tardissimo quella sera; sapeva di avercela fatta, di aver sopraffatto gli altri clan radendo al suolo ogni minima possibilità di reazione. Mentre guidava sul Washington Bridge, con la mano sinistra fuori dal finestrino palpava l’aria e pensava a come, ugualmente invisibile, quel cappio che Don Vito gli aveva stretto al collo durante il matrimonio della figlia, l’indomani si sarebbe sciolto nell’aria come una bolla. Nel giro di un mese era riuscito con il prestito dei Corleone a capovolgere le sorti della sua famiglia. Ora gli restava un’unica cosa da fare: AMMAZZARE QUEL CANE DI DON VITO E PRENDERSI TUTTA LA GRANDE MELA.

Sembra che quella sera anche Cissinho abbia dormito male, l'indomani nel letto trovò un token raffigurante una testa di cavallo... aveva fatto lo sgarro al clan sbagliato :D
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